Chi Siamo


L'Attualità di un impegno nuovo” è il titolo del Convegno internazionale, in occasione dei 100 anni dell’"Appello ai liberi e forti”, che si terrà a Caltagirone dal 14 al 16 giugno prossimi.
 Obiettivo dell’incontro: attualizzare i 12 punti programmatici dell’appello redatto il 18 gennaio 1919 dal Servo di Dio don Luigi Sturzo e dalla Commissione provvisoria. Un dialogo “culturale e sociale” che vede impegnati Istituzioni, Enti, Associazioni pubbliche e private, rivolto principalmente alle nostre comunità e alle nuove generazioni.



Una rilettura dei 12 Punti del Programma:
  • che sia ampia, inclusiva nel metodo, aperta a tutti, senza pregiudizi ideologici, confessionali o di appartenenze;
  • che sia un discernimento comunitario sui segni dei tempi, che ponga in dialogo tutte le istanze laiche, eccle- siali, sociali, culturali, accademiche, economiche, politiche vigenti;
  • che riformuli l’esigenza di un pensiero generativo, legato alla realtà, ristabilendo un dialogo culturale e sociale con le comunità, a partire e non a prescindere dalla vita della gente, sempre più irretita da scandali, inadempienze e inade- guatezze delle leadership sociali e politiche;
  • che riaffermi una democrazia popolare, ispirata ai grandi ideali del Cristianesimo, superando il concetto di potere in luogo di servizio, ispirato al bene comune.

Concept organizzativo
L’Iniziativa vede un Comitato Promotore Scientifico composto da:

  • Salvatore Martinez
    Presidente del Polo di Eccellenza della Promozione umana e della soli- darietà “Mario e Luigi Sturzo" e della Fondazione “Casa Museo Sturzo” in Caltagirone
  • Matteo Truffelli
    Presidente dell’Azione Cattolica Italiana
  • Nicola Antonetti
    Presidente dell’Istituto don Luigi Sturzo di Roma
  • Gaspare Sturzo
    Presidente del Centro Internazionale Studi Sturzo di Roma
  • Francesco Bonini
    Rettore dell’Università LUMSA di Roma
  • Lorenzo Ornaghi
    Presidente del Comitato scientifico della Fondazione De Gasperi
  • mons. Michele Pennisi
    Arcivescovo di Monreale e presidente della Commissione storica per la causa di canonizzazione di don Luigi Sturzo

e un Comitato Organizzatore formato da:

  • Diocesi di Caltagirone
  • Comune di Caltagirone
  • Regione Siciliana


Parole Imprescindibili 

"La società italiana si costruisce quando le sue diverse ricchezze culturali possono dialogare in modo costruttivo: quella popolare, quella accademica, quella giovanile, quella artistica, quella tecnologica, quella economica, quella politica, quella dei media... Ricordatevi inoltre che il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà.

Ma la Chiesa sappia anche dare una risposta chiara davanti alle minacce che emergono all’interno del dibattito pubblico: è questa una delle forme del contributo specifico dei credenti alla costruzione della società comune.

Faccio appello soprattutto «a voi, giovani, perché siete forti», diceva l’Apostolo Giovanni (1 Gv 1,14). Giovani, superate l’apatia. Che nessuno disprezzi la vostra giovinezza, ma imparate ad essere modelli nel parlare e nell’agire (cfr 1 Tm 4,12). Vi chiedo di essere costruttori dell’Italia, di mettervi al lavoro per una Italia migliore. Per favore, non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico. Le mani della vostra fede si alzino verso il cielo, ma lo facciano mentre edificano una città costruita su rapporti in cui l’amore di Dio è il fondamento. E così sarete liberi di accettare le sfide dell’oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni.

Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Questo nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come ostacoli.

Credete al genio del cristianesimo italiano, che non è patrimonio né di singoli né di una élite, ma della comunità, del popolo di questo straordinario Paese."

Papa Francesco
Incontro con i rappresentanti  del V convegno nazionale della Chiesa Italiana
Discorso del Santo Padre 
Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze Martedì, 10 novembre 2015



“Tra pochi mesi celebreremo il centenario dell’appello ai Liberi e Forti, lanciato da un  gruppo di tenaci democratici, riuniti intorno a don Luigi Sturzo. Fu l’inizio di una storia,  quella del cattolicesimo politico italiano, che ha segnato la nostra democrazia e che ci ha  dato una galleria di esempi alti di dedizione, di umiltà, di intelligenza. Abbiamo vissuto  momenti gloriosi e momenti dolorosi, sperimentato la forza ma anche la debolezza, la  meschineria, il tradimento, la diaspora. Vecchi partiti si sono sgretolati, nuovi soggetti  sono venuti sulla scena, ma nessuno può negare che nelle migliaia di Comuni italiani ci  sono persone che senza alcuna visibilità e senza guadagno reggono le sorti della nostra  fragile democrazia.

Chi si impegna nell’amministrare la cosa pubblica deve ritornare ad essere un nostro  figlio prediletto: dobbiamo mettere tutta la forza che ci resta al servizio di chi fa il bene ed è  davvero esperto del mondo della sofferenza, del lavoro, dell’educazione. Quello che ha  sempre guidato i cattolici italiani – penso, ad esempio, al beato Giuseppe Toniolo – è stato  un grande bisogno di distinguersi e di portare alta la divisa evangelica pure in politica.

La storia della Chiesa italiana è stata una storia importante anche per la particolare  sensibilità per l’aspetto politico dell’evangelizzazione: nessuna Conferenza episcopale come  la nostra possiede un tesoro così ricco di documenti e di testimonianze.

Dobbiamo esserne fieri, ma soprattutto è venuto il momento di interrogarci se siamo  davvero eredi di quella nobile tradizione o se ci limitiamo soltanto a custodirla, come  talvolta si rischia che avvenga perfino per il Vangelo.

Dove sono le  nostre intelligenze, dove sono le  nostre passioni? Perché il dibattito tra noi  è così stentato? Di che cosa abbiamo timore?

Gli spazi che la dottrina e il magistero papale ci hanno aperti sono enormi – come ribadiva  ieri sera il Santo Padre – ma sono spazi vuoti se non li abitiamo.

E spazi dottrinali vuoti o pieni di pia retorica non sono sufficienti a contenere le tragedie di  questa umanità in mezzo alla quale la misericordia del Signore ci ha posto.

La fede non può essere fumo, ma fuoco nel cuore delle nostre comunità. Credo che, con lo  spirito critico di sempre, sia giunto il momento di cogliere la sfida del nuovo che avanza  nella politica italiana per fare un esame di coscienza e, soprattutto, per rinnovare la nostra  pedagogia politica e aiutare coloro che sentono che la loro fede, senza l’impegno pubblico,  non è piena. Sono molti, sono pochi? Ancora una volta, non è questione di numero, ma di  luce, lievito e sale: ogni società vive e progredisce se minoranze attive ne animano la vita  spirituale e si mettono al servizio di chi nemmeno spera più

Card. Gualtiero Bassetti 
Presidente della CEI
Discorso all’apertura dei lavori  dell’Assemblea generale della CEI, 
Roma 22 maggio 2018